Derby della Mole al Torino dopo vent’anni, la Lazio fallisce la fuga
Toni trascina il Verona, 3-2 al Sassuolo. Il Cesena perde a Genova, ma non è ancora certa la B, perché l’Atalanta pareggia con l’Empoli. Orgoglio Parma anche col Palermo
Il Torino torna a vincere il derby della Mole dopo venti lunghi anni. Un successo festeggiato con una piccola invasione di campo, come si fa quando si vince qualcosa d’importante e questa era l’occasione giusta, perché il 2-1 alla Juventus non solo regala ai granata il primato cittadino, ma avvicina anche l’Europa. La squadra di Ventura mette in fila il quinto risultato utile, manda ko la capolista che deve rimandare il trionfo tricolore e si porta a -2 dalla Fiorentina (con una gara in meno). Eppure erano stati i bianconeri di Allegri a passare per primi in vantaggio con una magistrale punizione di Pirlo, che sbatte sulla traversa e s’infila dove Padelli non può arrivare. Il pareggio lo firma Darmian allo scadere del primo tempo, approfittando di un errore di Bonucci. Nella ripresa il gol decisivo dell’ex Quagliarella, che mette dentro da due passi il bel cross servitogli da Darmian. La Juventus deve fare i conti con la sfortuna, colpisce tre pali e rimanda la festa scudetto, forse di soli tre giorni. E’ il terzo ko in campionato per i bianconeri, il secondo in due settimane. Purtroppo il film del derby non tocca solo il campo, perché ci sono stati molti incidenti, come l’agguato al pullman juventino (spaccato un vetro) e la bomba carta lanciata in risposta nella curva Primavera: le schegge dei seggiolini provocate dall’esplosione hanno ferito i supporters granata. E anche a fine partita è stata lanciata un’altra bomba carta.
La Lazio fallisce la fuga Champions. I biancocelesti non riescono a battere all’Olimpico un ottimo Chievo e ottengono un solo punto di vantaggio sulla Roma terza in classifica, non sfruttando il ko dei giallorossi a San Siro. Alla rete di Klose nella prima frazione, un pallonetto dopo una corsa da ventenne, ha risposto Paloschi con un gol da bomber di razza nella ripresa: un missile da pochi passi che si infila sotto l’incrocio dei pali. Il Verona si fa trascinare dal solito Toni, che riesce a non far pesare l’inferiorità numerica durata 70 minuti per via dell’espulsione del portiere Rafael: 3-2 al Sassuolo. Apre le marcature Juanito Gomez, raggiunto dopo pochi minuti dalla sfortunata autorete di Moras. Nella ripresa si scatena Toni, che fa doppietta e sale a quota 17 nella classifica cannonieri, ad una sola lunghezza da Tevez. Inutile, nel finale, la rete di Floro Flores. Per il Parma ennesima prova d’orgoglio contro il Palermo, battuto per 1-0: decisivo il rigore dell’ex Nocerino. La B non è ancora matematica, nonostante la burrasca, il fallimento e i 7 punti di penalizzazione.
Il Genoa batte per 3-1 il Cesena e continua ad inseguire l’Europa League. I bianconeri non sono matematicamente in B perché l’Atalanta non è riuscita a vincere nel match dell’ora di pranzo con l’Empoli. A Marassi i rossoblu chiudono il primo tempo in vantaggio di due gol (Bertolacci e Perotti su rigore), poi chiude i giochi con la rete di Pavoletti nella ripresa. Il gol di Carbonero è per lo spettacolo. Il Cesena ha chiuso in dieci uomini la gara per l’espulsione al 92′ di Zè Eduardo, e per proteste è stato cacciato anche il tecnico Di Carlo. A Bergamo il caos è stato decisamente maggiore, perché dopo il 2-2 in cui Denis è stato protagonista per il gol del pari a recupero inoltrato, l’argentino ha fatto parlare di sè per un gesto di rabbia negli spogliatoi: ha colpito con un pugno al volto Tonelli, rompendogli il naso. La denuncia è arrivata da Maccarone: “Credo che Denis sia un vigliacco. Ha tirato un cazzotto a Tonelli da dietro negli spogliatoi. Parliamo tanto di violenza e poi succedono queste cose tra calciatori. C’erano anche le luci spente negli spogliatoi, come se fosse tutto pronto per non far vedere l’episodio“. Il direttore generale dell’Atalanta, Pierpaolo Marino, ha confermato l’episodio: “Tonelli ha aspettato Denis nel tunnel degli spogliatoi dopo la partita e ha minacciato di morte lui e la sua famiglia. German è molto sensibile perché ha quattro figli. La luce spenta è un caso perché l’Atleti Azzurri d’Italia è uno stadio vetusto e chiunque può spegnere la luce con l’interruttore, anche per caso“. Cose che non dovrebbero accadere.