Capocannoniere della Pro Recco e luce guida dell’attacco biancoceleste. Andrija Prlainovic, 28 anni da Belgrado, ha già violato le porte degli avversari ben 41 volte e si trova a sole 7 reti dalla vetta di tutto il campionato italiano.
Prlainovic, che stagione è stata fino a questo punto?
Sapevamo tutti, dall’inizio, che sarebbe stata una stagione con l’imperativo di vincere. Siamo una squadra davvero forte sia in Campionato che in Coppa Campioni e stiamo andando bene su entrambi i fronti, siamo noi gli artefici del nostro destino. Oggi siamo secondi in Italia ma dobbiamo giocare ancora la gara di ritorno contro il Brescia; in coppa Campioni, invece, siamo davanti a tutti e sarebbe molto importante passare come testa di serie per evitare le prime gare di “qualificazione”.
Proprio sabato scorso ha messo le mani sulla Coppa Italia. Quali emozioni?
Per me, per tutti noi, è stato molto importante cominciare la stagione nel modo giusto e questa vittoria ne è la prova. Era difficile vincere anche perché ci mancava Figlioli in acqua che per noi è molto importante. Abbiamo incontrato squadre toste ma abbiamo vinto noi.
Per quanto riguarda la Coppa Campioni?
Stiamo andando bene con un record di sei vittorie su sei. Alcune le abbiamo giocato davvero bene, ma con il Brescia abbiamo faticato forse perché ci conoscono meglio. È importante sapere di essere sempre più vicini alla qualificazione matematica e al primo posto. La Final Six sarà un vero test e giocare due partite in due giorni sarà una novità per tutti.
Lei è l’attaccante più prolifico di questa Pro Recco…
Sono capocannoniere anche se non è il mio ruolo principale. Io ripeto sempre che è importante vincere con tutta la squadra, è così che arrivano i trofei. Le statistiche si dimenticano presto, le vittorie come scudetti e coppe rimangono per sempre.
Quali obiettivi con i colori biancocelesti?
Con la Pro Recco gli obiettivi sono chiarissimi, vincere tutto. È stato creato un gruppo di giocatori davvero forti. Superare Partizan e Mladost come Coppe Campioni vinte sarebbe davvero unico.
Con la Nazionale invece?
Sarà un’estate molto interessante con la World League a Bergamo, valida per la qualificazione alle Olimpiadi e i mondiali a Kazan con altre possibilità di giocare per la medaglia. È sempre un onore giocare per la propria nazionale.
Quanto le manca la famiglia, soprattutto adesso che è diventato papà?
Da fine novembre, da quando sono diventato papà, purtroppo ho visto poco la mia famiglia e questa è la cosa che mi manca di più quest’anno. Nei prossimi giorni arriveranno in Italia e sarà una festa.
Con il calcio italiano invece, quali colori?
Da quando ero bambino tifavo Milan perché in rossonero giocava Savicevic, idolo per tutti noi. Anche se in Serbia la mia squadra del cuore è la Stella Rossa.