Atletica: Harting, prima schiaffi alla Iaaf poi no ai Mondiali
Il campione olimpico del disco accusa la federazione internazionale di non agire contro il doping, non andrà a Pechino per un infortunio
Prima gli schiaffi alla Iaaf, poi la rinuncia ai Mondiali di Pechino. Il trentenne tedesco Robert Harting, campione olimpico del lancio del disco e tre volte iridato, che ieri aveva denunciato la gestione della federazione internazionale di atletica leggera di immobilismo, se non peggio in materia di antidoping, oggi ha ufficializzato la rinuncia ai Mondiali cinesi, al via il 22 agosto.
In una conferenza stampa tenuta oggi a Kienbaum, Harting ha confermato che l’intervento subito al legamento crociato e al collaterale mediale del ginocchio sinistro (settembre 2014) non gli permetterebbe di presentarsi al massimo della condizione a Pechino. Ma, ha spiegato il tedesco, il rischio è subire un nuovo infortunio e mettere a rischio la sua presenza ai Giochi olimpici di Rio 2016, quando dovrà difendere l’oro di Londra. Ieri Harting aveva diffuso un video per denunciare la Iaaf in materia di antidoping. Video girato assieme ai colleghi tedeschi Robin Schembera, Kathrin Klaas, Julia Fischer, che è anche la sua fidanzata, Eric Werskey e Andre Hoehne, che spiegano di sentirsi presi in giro: “Non vi crediamo più. Cara Iaaf, non possiamo farlo più. Adesso è il momento di agire“. Con tanto di hashtag #hitIaaf.
Harting ha fatto della lotta al doping e ai dopati una ragione di vita, tanto da arrivare a rinunciare (nel 2014) alla rinuncia alla nomination per il miglior atleta dell’anno, perché affiancato nella lista al nome dello statunitense Justin Gatlin, squalificato per 4 anni e poi tornato. In più di un’occasione ha attaccato Iaaf e Wada (l’agenzia mondiale antidoping): “Dovrebbero andarsene tutti. Non mi fido più di nessuno“.