Atletica: Mondiali a Pechino, un dopato insidia il trono di Bolt
Domenica l’attesissima finale dei 100 con lo statunitense Gatlin che sfida il campione giamaicano
Come la federazione internazionale e il mondo intero dell’atletica leggera e dello sport possano permetterlo, resta un mistero. Un mistero che trova una giustificazione, non sufficiente, nei regolamenti. Fatto sta che domenica (quando in Italia saranno ler 15.15) nella finale dei 100 metri maschili ai Mondiali di Pechino lo statunitense Justin Gatlin, pluridopato e pluricondannato, andrà a insidiare il regno del giamaicano Usain Bolt.
All’evento più atteso di tutta la rassegna iridata, Bolt arriva da campione in carica (Daegu 2011) e torna nello stadio che gli regalò i suoi primi ori olimpici (su 100, 200 e 4×100) ai Giochi del 2008. Proprio da quella data, nei grandi eventi (Mondiali e Olimpiadi) il 28enne giamaicano (ne compirà 29 proprio questo venerdì) ha vinto nove di dieci titoli tra 100 e 200 metri, mancando solo quello dei 100 di Daegu 2011 per la nota squalifica per falsa partenza. Ma Bolt arriva a Pechino reduce da due stagioni tribolate. Dopo un 2014 quasi sabbatico, nel 2015 non è andato oltre il 9″87 sui 100, sesto tempo stagionale, e 20″13 sui 200, diciannovesimo crono. Gli acciacchi, di varia natura, lo hanno limitato. E la sua azione, da tempo, non è efficace come quella dei giorni migliori.
A guardare i risultati del 2015, a partire favorito non può quindi che essere il 33enne Gatlin. Lo statunitense dal passato molto imbarazzante, per lui e per chi gli permette ancora di gareggiare, è imbattuto sui 100 dal settembre 2013 e nei 200 dal maggio dello stesso anno: 27 gare consecutive. Sui 100 vanta le quattro migliori prestazioni mondiali stagionali e su quella più lunga le prime due. Ha corso in 9″74 (mai nessuno così forte da quasi 3 anni) e in 19″57. Negli scontri diretti, Bolt si è imposto sei volte su sette (cedendo solo al Golden Gala di Roma del giugno 2013).
Ma chi è Gatlin? Medaglia d’oro sui 100 ai Giochi di Atene 2004 e su 100 e 200 ai Mondiali di Helsinki 2005, squalificato per due anni (scontati a uno) nel 1998 per una positività alle anfetamine, nel 2006 è stato trovato positivo al testosterone e squalificato per 8 anni (ridotti a 4). Tornato alle gare, nel 2011 ai Mondiali di Daegu è stato eliminato in semifinale nei 100, ma poi ha conquistato il bronzo individuale ai Giochi di Londra 2012 e l’argento ai Mondiali di Mosca 2013.