Dopo le sconfitte con Athletic e Schalke, tecnico e Pallone d’Oro nel mirino della critica. Mundo Deportivo: “Carlo via se perde con il Barcellona”
Secondo posto in Liga a un solo punto dalla vetta e qualificazione ai quarti di Champions varrebbero la conferma a qualsiasi allenatore. A meno che il tecnico in questione non sieda sulla panchina del Real Madrid. Le due sconfitte in quattro giorni contro Athletic Bilbao e Schalke 04 sono costate a Carlo Ancelotti, oltre ai fischi del Bernabeu (che d’altra parte se l’era già presa con lui dopo il disastro nel derby con l’Atletico), anche parecchie certezze riguardo al futuro.
Florentino Perez non ha gradito per niente la figuraccia contro i tedeschi e meno che mai il ko del San Mames, costato ai Blancos il sorpasso in testa alla Liga per mano dei rivali del Barcellona. La Champions, in cui il Madrid veniva da 7 vittorie in altrettante partite, doveva essere il momento per mettersi alle spalle la brutta sconfitta di campionato, invece al Bernabeu si è visto l’exploit degli uomini di Di Matteo, noti in patria come quelli della Mauer-Taktic, la tattica del muro, non esattamente la squadra da cui ti aspetti 4 gol fuori casa.
E così, all’indomani del 3-4, sulle prime pagine dei giornali sono cominciati i processi.
As, da sempre vicino al Real, modera i toni e apre con un sondaggio fra i tifosi per la divisione delle colpe: “La aficion riparte le colpe”, il titolo della prima, in cui si spiega che il pubblico madridista imputa per il 56% ai giocatori la responsabilità del calo di gioco e rendimento, per il 27% ad Ancelotti e per il 17% al presidente Perez.
Decisamente meno conciliante Marca, che apre con una sentenza piuttosto netta: “Non una di più” e spiega che “Florentino Perez esonererà Ancelotti se ci sarà brutta sconfitta al Camp Nou”, con riferimento alla sfida con il Barcellona in programma tra 10 giorni.
Sposta il tiro Mundo Deportivo, che per la sua vicinanza al Barcellona, si trova piuttosto a suo agio nel criticare il Real. Il bersaglio della sua prima pagina non è Carlo, ma Cristiano Ronaldo, evocato dal gioco di parole “CRisi”, corredato dai 4 motivi per cui sarebbe il portoghese la causa dei mali del Madrid. Per completare il quadro, il richiamo alle parole di Pepe: “Non siamo una squadra”.

