Nel momento più straziante della sua storia, la nazionale siriana in esilio è riuscita a mettere un record, giungendo per la prima volta allo spareggio per la fase finale dei Mondiali. Tutto grazie ad un gol al 92esimo
La voglia di vivere può sopravvivere agli orrori di una guerra spietata e devastante. Quella Siria distrutta e mortalmente ferita da un eccidio senza fine, iniziato sei anni fa, ha avuto il suo lampo di vita e di normalità grazie alla sua Nazionale di calcio. La squadra allenata da mister Hakeem, esiliata dall’inizio del conflitto interno, è riuscita a conquistare un insperato spareggio per i prossimi Mondiali di Russia. Un traguardo incredibile non solo perchè non è mai riuscita prima d’ora a giungere così avanti nel percorso mondiale ma soprattutto perchè lo ha conquistato nel momento più straziante della sua storia. Anche la selezione siriana ha dato il suo terribile contributo in vite umane: ben 38 giocatori della massima serie sono tra le 400mila vittime di questa causati dalla guerra civile.
La Nazionale siriana ha da lungo tempo abbandonato la sua terra, giocando e allenandosi in Malesia, a migliaia di chilometri delle città martoriate dalla guerra. Ovviamente la situazione era troppo pericolosa e nessuna squadra avrebbe mai voluto giocare nel bel mezzo di un conflitto via via sempre più cruento. Ciò nonostante, con tutte le difficoltà e privazioni in atto, la popolazione siriana – tra esiliati e chi è rimasto in patria rischiando la vita – ha sempre sostenuto i suoi giocatori nonostante l’accusa poco velata di essere troppo vicina al regime. Tra gli stessi calciatori si era creata perciò una “nazionale dell’opposizione” di cui vestivano le casacche coloro che si opponevano ai detentori del potere. Ma come ha testimoniato il ritorno in nazionale del giocatore più rappresentativo, Firas Al Khatib, almeno sul rettangolo verde la Siria ha voluto ritrovare una sua unione.
E la squadra ha saputo perlomeno ricompensare la fame di rivalsa e di normalità del suo popolo. Si è qualificata alle spalle del Giappone nel girone eliminatorio, trovandosi a competere nel gruppo A della federazione asiatica con formazioni veterane e di caratura superiore come Iran, Corea del Sud, Cina, Qatar e Uzbekistan. Nonostante una partenza incespicante, le “Aquile di Qasioun” sono riuscite persino a battere la Nazionale di Marcello Lippi e il Qatar, estromettendo di fatto l’organizzatrice della successiva edizione dei Mondiali e sostenitrice delle forze islamiste nel Paese. Una doppia soddisfazione, insomma.
Ma la più grande gioia si è avuta martedì sera, al termine della partita decisiva contro l’Iran. Una sfida davvero ostica in casa della compagine capolista, dalla difesa granitica. Sotto di una rete è riuscita ad ottenere il pareggio al 92esimo, un gol in zona Cesarini che le ha consentito di guadagnare un punto di inestimabile valore. Il 2-2 siglato da Omar Al Somah ha aperto le porte ai playoff dei Mondiali come terza del girone.
La Siria non vuole smettere di credere nel suo sogno anche se il prossimo scoglio sarà rappresentato dall’Australia. Affronteranno i Socceroos, sicuramente ben più abituati a palchi internazionali, il 5 e il 10 ottobre. In caso di vittoria un nuovo spareggio intercontinentale con la quarta classificata del girone di qualificazioni nordamericano. Anche se non c’è fiducia che la squadra possa approdare per la prima volta nella sua storia nella fase finale dei campionati del Mondo, tanto che la sua presenza non è quotata tra le possibili vincitrici del titolo, è già riuscita nel miracolo di riavvicinare un Paese straziato da atrocità, distruzione e morte.
