Planetwin365.news

Rio2016: la bandiera di Fede e l’addio di Vale

Icona Autore Planetwin365.news
Icona tempo di lettura 6 minuti di lettura
Rio2016: la bandiera di Fede e l’addio di Vale

Pellegrini porterà il tricolore alla cerimonia di apertura dei Giochi, Vezzali annuncia il ritiro

Sono indubbiamente le due atlete italiane più forti di ogni tempo. In questi giorni però Federica Pellegrini e Valentina Vezzali hanno vissuto annunci completamente opposti: la ventisettenne nuotatrice veneta è stata scelta dal Coni quale portabandiera della spedizione italiana alla cerimonia di apertura dei Giochi olimpici di Rio de Janeiro del prossimo agosto, mentre la quarantaduenne marchigiana ha annunciato il suo ritiro dalla scherma.

Che la Pellegrini sarebbe stata la portabandiera azzurra non era un segreto, ma l’ufficializzazione è arrivata solo dopo il voto della Giunta esecutiva del Coni. Federica e Martina Caironi (che sarà portabandiera per le Paralimpiadi) riceveranno il tricolore dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 22 giugno. Quattro anni fa a Londra la Pellegrini declinò l’invito a fare da portabandiera perché la mattina dopo la cerimonia di apertura avrebbe avuto le batterie dei 400 stile libero, la sua gara preferita (dove arrivò fino alla finale, chiusa al quinto posto, come nei 200 stile). “Sono molto emozionata: lo sport è sempre stata la mia vita, la mia grande passione. E quello che vorrei portare a Rio guidando questa squadra azzurra – dice la Pellegrini – è la voglia di combattere, di non arrendersi mai qualsiasi cosa succeda. Le polemiche del 2012 mi hanno fatto molto male, sono molto patriottica. Per me declinare la possibilità di portare la bandiera fu una cosa abbastanza logica, magari per gli addetti ai lavori non lo era. Stavolta non faccio i 400, avrò la staffetta che è meno dispendiosa. Per la prima volta su quattro Olimpiadi parteciperò alla cerimonia di apertura. Sembra assurdo dirlo, ma le gare di nuoto cominciano subito“. Sul suo profilo Instagram ha poi aggiunto: “E’ il coronamento di anni e anni di carriera fatti di grandi sconfitte e grandissime vittorie, momenti dove mi sono persa e momenti dove mi sono ritrovata o altri… dove ho perso qualcuno di importante! Nonostante tutto ogni volta che vado a letto mi dico che ne è valsa la pena perché ho saputo combattere sempre, senza mai mollare, pronta per ricominciare tutto la mattina successiva“.

La Pellegrini sarà la quinta donna a portare la bandiera nella cerimonia di apertura dei Giochi estivi: l’ultima proprio a Londra era stata la Vezzali, per quello che in questi giorni ha assunto decisamente i toni di un passaggio di consegne fra le due più grandi sportive italiane di ogni epoca. Il palmaers olimpico delle due ha enormi differenze, è vero, ma va anche sottolineato come i (pochissimi) successi italiani nel nuoto abbiano una storia recentissima, rispetto invece alla centenaria tradizione della scherma azzurra. La Pellegrini ha vinto l’oro a Pechino 2008 e l’argento ad Atene 2004 (sempre nei 200 stile), ai quali vanno aggiunti 4 ori ì, 4 argenti e un bronzo ai Mondiali (che si disputano ogni 2 anni), 6 ori, un argento e 4 bronzi agli Europei, 2 ori ai Giochi del Mediterraneo. Decisamente più pesante la bacheca della Vezzali, che fra individuale e gara a squadre nel fioretto ha messo insieme 6 ori, un argento e 2 bronzi olimpici, 16 ori, 6 argenti e 4 bronzi iridati (i Mondiali si disputano ogni anno), 13 ori, 4 argenti e 4 bronzi continentali, 2 ori ai Giochi del Mediterraneo. Vezzali che ha inoltre vinto per ben 11 volte la Coppa del Mondo di scherma, per 79 successi singoli.

Per chiudere la sua carriera, altra coincidenza, la Vezzali ha scelto la tappa di Coppa del Mondo di Rio de Janeiro, dove ha conquistato l’argento nella prova a squadre (assieme ad Arianna Errigo, Elisa Di Francisca e Martina Batini), dove l’Italia è stata sconfitta dalla Russia in finale. La decisione della Vezzali è conseguenza anche dell’esclusione della prova di fioretto dall’Olimpiade di Rio (a turno una delle specialità viene esclusa dal programma dei Giochi). “Ogni inizio ha sempre una fine – ha scritto la Vezzali per La Gazzetta dello Sport – e ogni fine ha sempre un inizio. E’ già da qualche settimana che mi ripeto in mente questa frase. Era il maestro Ezio Triccoli a dirmela spesso ed adesso, più che mai, la sento mia. Speravo di arrivare in Brasile in occasione dei Giochi, scelgo di mettere il punto finale alla mia carriera, qui a Rio de Janeiro, in occasione dei Mondiali a squadre di fioretto femminile. In tanti a Londra, nel 2012, vennero a complimentarsi per il bronzo individuale e per l’oro a squadre, chiedendomi: . Io ho seguito il mio istinto. Ho detto: e non c’è stato giorno, anche durante la mia seconda gravidanza, anche dopo l’elezione alla Camera, che non abbia lavorato per questo obiettivo. La matematica e la rotazione olimpica delle armi della scherma mi hanno impedito di raggiungere questa meta. Non è stato facile decidere di smettere. E’ stata una delle sfide più dure, perché l’avversaria in questo caso ero io stessa. C’è però un momento per tutto e, chi fa scherma, sa che la “scelta di tempo” è una degli elementi fondanti per piazzare la stoccata. Negli ultimi giorni e prima di chiudere la sacca per l’ultima volta, lo ammetto: qualche lacrima è calata giù. Ma non era tristezza, aveva un sapore diverso. In oltre venti anni di carriera ho pianto spesso, ma mai in pedana. Ho pianto per le sconfitte, ma anche per le vittorie sofferte e volute. Non mi sono mai nascosta, perché penso che in ogni lacrima sia condensata l’essenza dello sport. Mi fermo qui a Rio, dove tra quattro mesi arriveranno le mie compagne di squadra, gli altri ragazzi della Nazionale e tutta la delegazione del Coni. Ho vissuto cinque Olimpiadi: da Atlanta 1996 a Londra 2012: di ciascuna conservo ricordi, emozioni, immagini indelebili. Ma indimenticabile resterà quanto provai il 27 luglio di quattro anni fa, entrando all’Olimpico di Londra col tricolore in mano e in testa alla squadra italiana. Fu tanto l’orgoglio che tremai per l’intero giro di campo, con l’ansia di non inciampare facendo una figuraccia davanti al Mondo. Ringrazio il Coni e quanti mi hanno permesso di vivere quell’emozione, e faccio in bocca al lupo a chi avrà lo stesso onore a Rio2016 e nelle edizioni future dei Giochi“.