Rugby: Bergamasco gioca per noi le semifinali di Coppa del Mondo
Il pronostico dell’azzurro: “La Nuova Zelanda batterà il Sudafrica, tifo Argentina con l’Australia
E arrivata l’ora delle semifinali alla Coppa del Mondo di rugby. A Twickenham (ore 17) si comincia oggi con Nuova Zelanda-Sudafrica, domani sarà la volta di Australia-Argentina. Un’edizione completamente dominata dalle squadre dell’emisfero sud: l’Europa delle big aveva perso al primo turno (clamorosamente) l’Inghilterra padrona di casa e (prevedibilmente) l’Italia, mentre hai quarti ha visto cedere Galles (ko 23-19 con gli Springboks), Francia (devastata 62-13 dagli All Blacks), Irlanda (distrutta 43-20 dai Pumas) e Scozia (piegata 35-34 dai Wallabies all’ultimo minuto da un calcio di punizione ingiustamente assegnato contro).
E per leggere meglio le semifinali del weekend abbiamo pensato di chiedere un aiuto molto in alto: all’azzurro più longevo (e presumibilmente più grande) di sempre, Mauro Bergamasco. Dopo 16 anni di azzurro e 106 caps, Mauro ha appeso gli scarpini al chiodo proprio al termine dell’impegno in quella che è stata la sua quinta Coppa del Mondo (un record).
Nuova Zelanda-Sudafrica: “Individuare i punti di forza degli All Blacks non è difficile… Hanno passato il primo turno giocando un rugby molto semplice, senza voler mostrare troppe strategie o tattiche, attaccando per linee dirette. In questo modo hanno messo in risalto le qualità pure dei giocatori, la velocità, la tecnica individuale, la capacità di affrontare l’avversario nello spazio stretto e largo, una consueta buona struttura in mischia e touche. Poi nel quarto di finale con la Francia abbiamo rivisto giocare gli All Blacks come hanno sempre fatto negli ultimi 4 anni: forti nei punti d’incontro, stabili nelle fasi di conquista, con uomini che, oltre ad avere grandi qualità fisiche e atletiche, sono in possesso di una enorme tecnica individuale. Il Sudafrica aveva invece cominciato la sua Coppa del Mondo con la disfatta con il Giappone, che avrebbe potuto mettere a rischio la qualificazione, e prendendosi quindi tanta paura. Io credo che quel tarlo un pochino sia rimasto a rodere nelle loro teste. Si troveranno in difficoltà con la dinamicità e la velocità dei neozelandesi, quindi credo che proveranno a metterla molto sul fisico, cercando di abbattere l’avversario nel confronto diretto, provando a imporsi nei punti d’incontro e nelle fasi di conquista. Vedo favorita la Nuova Zelanda, che avrà nell’apertura Dan Carter, il perfetto mix di solidità e fantasia nella regia e un cecchino al piede, nel centro Ma’a Nonu, con la sua innata capacità di penetrare nelle difese avversarie con il suo magnifico cambio di passo, e nel capitano Richie McCaw, splendido lottatore e trascinatore, i suoi punti di forza. Poi a me sta anche simpatico il loro allenatore Steve Hansen. Magari non sarà contento il mio amico Adriaan Strauss, il tallonatore sudafricano…“.
Australia-Argentina: “Il mio cuore latino tifa per l’Argentina. Ma non è solo una questione di cuore. Si tratta infatti di riconoscere l’enorme mole di lavoro fatta e l’evoluzione della squadra negli ultimi 4 anni, grazie all’ingresso nel 4 Nazioni ma anche grazie all’impegno e all’abnegazione di tutti. E i risultati si vedono. Sono arrivati fino alle semifinali, gli manca solo un gradino verso la finale, perché non provare a salirlo? La finale sarebbe un premio adeguato per tutti quei progressi che, come individualità e come squadra, hanno dimostrato di avere fatto. Un loro punto di forza sta anche nella coesione del gruppo. Sono, nei fatti, l’espressione della vera squadra latina: per cuore, per tecnica, per fantasia, per voglia, per carattere. Senza dimenticare che anche a tecnica individuale non sono messi poi così tanto male: basta pensare a quello che hanno combinato all’Irlanda. Le due vittorie negli ultimi due anni con l’Australia (a Mendoza nel 2014) e con il Sudafrica (a Durban la scorsa estate) hanno inoltre contribuito alla crescita di convinzione e fiducia nella squadra del c.t. Daniel Hourcade. E, di contro, instillato più di un dubbio in quegli avversari che in passato ritenevano la partita con l’Argentina un compito quasi scontato. Dalla parte australiana, c’è da dire che l’allenatore Michael Cheika, che io ho avuto al Petrarca e poi anche allo Stade Francais, ha saputo imporre le sue idee, impresso il suo segno nel gioco. L’Australia è diventata una squadra più cinica, diretta, ha avuto il coraggio di rivoluzionare la rosa e si è vista una crescita fisica, ma soprattutto tecnica e tattica. Sarà una bellissima partita, molto dinamica: l’Argentina giocherà con il cuore e con le qualità dei singoli cercherà di portere avanti la palla, mentre l’Australia credo che vorrà ammazzare subito la partita. Australia che secondo me avrà un giocatore chiave in Matt Giteau: facendolo giocare da primo centro, Cheika ha un regista in più e una opzione importante che costringe le difese avversarie a ritrovarsi spesso di fronte a quesiti imprevisti. Nell’Argentina, credo, la chiave sarà invece il gioco di squadra, e potrà vincere se tutte le individualità si metteranno a disposizione del collettivo”.