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Che fine ha fatto Oduamadi?

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C’era una volta un’ala nigeriana veloce come il vento, con un cognome difficile da pronunciare (e da scrivere in fretta): Nnamdi Oduamadi. Arrivato al Milan nel 2008 da giovanissimo, sembrava destinato a diventare l’ennesimo talento scoppiato a Milanello. In allenamento aveva la possibilità di crescere con gente come Kakà, Ronaldinho, Pirlo e tanti altri fenomeni.

Le sue caratteristiche principali erano un dribbling secco e una corsa da centometrista, fece dei gol nelle giovanili prima della sua unica presenza in Serie A nel 2010, contro il Catania. Entrò al posto di Inzaghi a 5 minuti dal termine. Sembrava l’inizio di qualcosa. E invece…

Invece Oduamadi diventa uno di quei giocatori da “Wikipedia roulette”: vai a cliccare il nome e scopri che ha giocato un po’ ovunque, ma difficilmente te lo ricordi in maniera concreta da qualche parte.

Torino, Varese, Brescia, Crotone, Latina, poi qualche esperienza esotica all’estero prima di una discesa inesorabile nel calcio dilettantistico. Un eterno in prestito, un viaggiatore del pallone.

La maglia del Milan? Ce l’ha, magari l’ha anche incorniciata. Ma l’ha vista più spesso negli allenamenti che nelle partite. E quando sembrava che la carriera stesse finalmente trovando una strada in Albania, col KF Tirana, arriva la manna dal cielo: un infortunio strano e grave alla clavicola lo tiene fermo mesi. Una roba seria, di quelle che ti fanno pensare se sia ancora il caso di continuare.

Ma lui non molla.

Ritorna in Italia nel 2021 in Serie D, al Crema, poi si fa notare al Colleferro, dove si prende pure un premio come miglior giocatore del girone.

Realizza 32 gol nel giro di un anno e mezzo, trova finalmente la sua dimensione.

Ma l’età inizia a farsi sentire, non è più un giovane in rampa di lancio, deve scendere ancora di categoria.

In Eccellenza vince prima un campionato nel Valmontone, poi nell’estate del 2025 si trasferisce al Rieti iniziando la sua ennesima avventura.

Nnamdi Oduamadi non è finito nel dimenticatoio. È semplicemente finito dove finiscono tante ex giovani promesse: nei campi di provincia, con la fascia al braccio, qualche acciacco in più, e sempre la stessa passione.

In bacheca vanta comunque uno Scudetto con il Milan nel 2011.

E se vi aspettavate l’ennesima favola calcistica, ricordatevi: non tutti diventano Kaká, ma anche Odu ha una storia da raccontare, la sua.

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