Pochi eventi sanno unire e appassionare come le Olimpiadi, ancor più impossibile non innamorarsi degli aspetti di fratellanza e uguaglianza che pervadono le Paralimpiadi, evento fratello dei Giochi Olimpici in cui atleti disabili da tutto il mondo si sfidano superando i loro limiti per dimostrare che niente è impossibile quando si ha un sogno, il giusto allenamento e la passione. Ma quando sono nati i Giochi paralimpici e, soprattutto, con che spirito?
Storia delle Paralimpiadi
Nell’estate del 1948, nel piccolo villaggio inglese di Stoke Mandeville, accadde qualcosa di speciale: Sir Ludwig Guttmann, un neurochirurgo ebreo di origine tedesca, organizzò una gara sportiva davvero unica. A partecipare furono 16 veterani della Seconda Guerra Mondiale con lesioni al midollo spinale. Era molto più di una semplice competizione: era un modo per dimostrare che lo sport poteva essere uno strumento di riabilitazione e rinascita. L’idea si rivelò così potente che, dopo appena quattro anni, anche gli atleti olandesi si unirono all’iniziativa.
La prima Paralimpiade ufficiale si tenne a Roma nel 1960, ma solo nel 1984 quelle gare iniziali — all’epoca conosciute come Giochi di Stoke Mandeville — vennero riconosciute retroattivamente come parte della storia paralimpica. Oggi, lo spirito di quelle origini continua a vivere. Il 25 agosto, 24 atleti britannici attraverseranno il tunnel della Manica per dare il via alla Staffetta della torcia paralimpica. Ad attenderli ci saranno 24 atleti francesi, pronti a portare la fiamma in patria.
Le prime Paralimpiadi invernali, invece, si tennero in Svezia nel 1976, ma fu solo con le Olimpiadi di Seul del 1988, che finalmente si decretò che i Giochi paralimpici si sarebbero disputati nella stessa cornice di quelli Olimpici.
Nel corso degli anni, i Giochi Paralimpici sono molto cambiati. All’inizio erano riservati solo agli atleti in sedia a rotelle, ma nel 1976 si cominciò ad accogliere anche altre forme di disabilità. Il percorso, però, non è stato sempre semplice: ad esempio, le disabilità intellettive sono state escluse per otto anni dopo alcuni casi di frode. E ancora oggi, né le persone con sindrome di Down né le persone sorde partecipano ai Giochi paralimpici, ma competono in eventi sportivi dedicati.
Curiosità sulle Paralimpiadi
Le classi in cui vengono divisi gli atleti paralimpici sono in tutto 10, così ripartite: potenza muscolare, movimento ridotto, deficit di un arto, differenza di lunghezza degli arti, bassa statura, ipertonia (aumento della tensione muscolare o ridotta distensione di esso), atassia (ovvero la mancanza di coordinazione, ad esempio per paralisi cerebrali), atetosi (in caso di movimenti non bilanciati e/o involontari), disabilità visive e disabilità intellettive.
Molti degli sport “in scena” ai Giochi Olimpici sono stati declinati in chiave paralimpica, ma ci sono due sport di esclusivo appannaggio di quest’ultimi, ovvero il Goalball e la Boccia, uno dei pochissimi sport a vedere in campo squadre miste, composte sia da uomini che da donne in carrozzina. Il Goalball, invece, è uno sport pensato per ipo e non vedenti, in cui la squadra in attacco cerca di segnare facendo rotolare una palla con campanelli interni verso la porta avversaria. Perché il tiro sia valido, la palla deve rimbalzare almeno una volta nell’area di lancio. I difensori, distesi a terra, cercano di bloccarla con il corpo. Come nel calcio per non vedenti, il silenzio del pubblico è fondamentale: solo così i giocatori possono orientarsi ascoltando il suono della palla.
Paralimpiadi Milano-Cortina 2026
Quelli in programma dal 6 al 15 marzo del prossimo anno a Cortina saranno i 14esimi giochi paralimpici invernali, complessivamente i terzi su suolo italico dopo quelli estivi del 1960 a Roma e quelli invernali di Torino nel 2006. Le discipline in cui gli atleti si sfideranno saranno 6 – contro le 16 dei Giochi Olimpici.
Le Paralimpiadi non sono solo un baluardo di inclusività e unione, ma anche una fucina di innovazione e tecnologia: in ogni edizione dei Giochi assistiamo a capolavori di atletica uniti all’avanguardia dell’ingegneria biomedica, con protesi sportive futuristiche, carrozzine aerodinamiche e altre tecnologie assistive che giorno dopo giorno assottigliano sempre di più la distanza degli atleti paralimpici dai loro colleghi olimpici.
"Spirit in motion", spirito in movimento, questo il motto del movimento paralimpico, un’espressione che racchiude tutta la forza e l’eccellenza degli atleti paralimpici. Ma è anche un messaggio universale, che parla dello spirito sportivo stesso: sempre in evoluzione e proiettato verso nuovi traguardi. Il movimento del futuro sarà sempre più veloce, più inclusivo e più sorprendente, noi di Planetwin365.news siamo pronti a seguirlo per raccontarlo con la stessa passione di sempre.