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Domani l’America al voto: chi la spunterà tra Clinton e Trump?

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Un martedì che entrerà nella storia: domani è l’Election Day negli Stati Uniti. Dopo una campagna elettorale a colpi di scandali, insulti e spionaggi, quale sarà la scelta degli americani per il 45esimo Presidente?

Il giorno che cambierà le sorti degli Stati Uniti – e in maniera indiretta anche del resto del mondo – è ormai alle porte. Domani, martedì 8 novembre, sarà l’Election Day che decreterà il successore di Barack Obama alla guida del Paese più potente del mondo. Dopo otto anni di amministrazione il Presidente ancora in carica non può essere rieletto, come prevede la costituzione statunitense. Nell’ultimo biennio si è data quindi vita ad una agguerrita battaglia interna ai partiti Repubblicano e quello Democratico, che hanno decretato attraverso il voto popolare delle primarie i loro candidati principali. Hillary Clinton si è imposta per i Democratici, mettendo all’angolo il collega Bernie Sanders (che aveva comunque attirato consensi superiori al previsto) mentre per i Repubblicani è stato il magnate Donald Trump a soppiantare i deboli rivali come Ted Cruz. Ora la sfida tra le due fazioni sta per giungere all’epilogo dopo un tam tam di accuse, scandali, inchieste federali, seguendo una trama quasi tipica delle spy stories a stelle e strisce. Saranno effettivamente 142 milioni di statunitensi (su un popolazione di oltre 300 milioni) quelli chiamati al voto, nonostante in molti Stati si sia già provveduto al voto elettronico anticipato. Qualora dovesse prevalere l’ex segretaria di Stato, ciò rappresenterebbe l’ennesima svolta epocale nella politica USA: dopo l’ascesa del primo presidente di colore con Obama, sarebbe una donna a guidare per la prima volta la Casa Bianca. Secondo le quote proposte da planetwin365 sarà la Clinton il 45esimo Presidente degli Stati Uniti con la quota a 1.18. Più distante il magnate dei Repubblicani (offerto vincente a 4.25) che, nonostante la fama di gaffeur e scandali di presunte molestie sessuali, ha scalato punti nei sondaggi allargando sempre più la fetta di sostenitori. Anche la vittoria di Trump potrebbe rappresentare un piccolo terremoto nella politica USA visto che per la prima volta diventerebbe presidente un tycoon dell’industria nonchè uno dei personaggi più controversi degli ultimi tempi.

Impossibile (a giudicare dai sondaggi e dalle quote) un ipotetico successo degli altri candidati in corsa: pari quota a 501.00 per Gary Johnson del Partito Libertario e l’indipendente Evan McMullin; ancora più utopica l’elezione di Jill Stein, rappresentante del partito Verde, dato vincente a 1001,00.

votousa