Il portiere della Nazionale, che dopodomani compie 38 anni, parla del suo futuro: “Se ci riesco, vado avanti fino a 40, poi la saracinesca cala. Lo scudetto? Non sarà una sfida a due”
Ancora due anni di parate. Parla del suo futuro, Gigi Buffon, e a 2 giorni dal suo trentottesimo compleanno fissa per la prima volta una data per l’addio: “Se ci riuscirò, andrò avanti fino a 40 anni. Dopo il Mondiale in Russia del 2018, la mia saracinesca calerà”.
Così il portiere della Nazionale, intervenuto ieri alla consegna del Premio Gianni Brera 2015 insieme ad altre personalità del mondo del calcio, fra cui l’ex ct Giovanni Trapattoni. “Se riuscirò a spingere fino al Mondiale 2018, andrò avanti – le parole di Buffon – ma poi calerà la saracinesca”. “Ma Gigi è arbitro del suo destino – gli ha subito fatto eco il dg Beppe Marotta – Può restare alla Juve fino a quando vuole”.
Buffon ha parlato anche del momento della sua squadra e della lotta scudetto: “Quest’anno ci sono già stati parecchi colpi di scena. Juve e Napoli sono in vetta meritatamente, ma dire che sarà una sfida a due per il titolo mi sembra eccessivo. Stiamo vivendo un momento eccezionale perché undici vittorie consecutive non le fai se non sei al massimo della forma psicofisica, ma come in tutte le cose bisogna stare molto attenti perché anche i record e le strisce di vittorie sono destinate prima o poi a finire, per cui dobbiamo cercare di allungare il più possibile”. Poi un commento sulla vicenda dell’insulto di De Rossi a Mandzukic in Juve-Roma: “Ogni tanto in campo noi giocatori commettiamo degli errori. Ogni domenica esce qualcosa dalla bocca di qualcuno e, quando hai la telecamera addosso che ti coglie in flagrante, è chiaro che devi chiedere scusa”.
