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Copa America: storico Cile, i rigori fanno piangere l’Argentina

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Copyright (c) 2021 FamVeld/Shutterstock

Primo trionfo della sua storia per la Roja al termine di una finale infinita, decisa dai tiri dal dischetto: decisivi l’errore di Higuain e la rete di Sanchez

Scene di delirio all’Estadio Nacional di Santiago, dove il Cile fa la storia conquistando la sua prima Copa America. A piangere è l’Argentina, che un anno dopo la sconfitta al Mondiale contro la Germania, perde un’altra finale, stavolta ai calci di rigore, in cui pesa l’errore di Gonzalo Higuain. Doveva essere la notte del Pallone d’Oro anticipato a Leo Messi, è stata quella di Alexis Sanchez, trascinatore dei suoi con giocate di altissima scuola e con il rigore – un insolito cucchiaio con la palla che si alza pochissimo – che regala la coppa alla Roja. Finisce 4-1: prima vittoria del Cile sull’Argentina in Copa America, terza finale persa per Messi, dopo l’edizione 2007 e il Mondiale brasiliano. Al Cile va anche il biglietto per la Confederations Cup del 2017.

Una partita tesa e combattuta, che il Cile vince riuscendo là dove in tante avevano fallito: puntuali raddoppi di marcatura su Messi, che ogni volta che riceve palla ha sempre 2 avversari addosso, poi gran palleggio nei disimpegni in fase difensiva, i polmoni di Medel e davanti tutta la classe di Sanchez. Martino risponde con una sola novità rispetto alla semifinale con l’Uruguay, preferendo Demichelis a Garay al centro della difesa, mentre in attacco Messi e Di Maria affiancano il Kun Aguero. Avvio su ritmi altissimi, con due affondi di Isla e un gran tiro di Di Maria, anche se la prima palla gol arriva all’11’ con Vidal, sinistro al volo deviato da Romero. L’Argentina risponde con un colpo di testa di Aguero, Claudio Bravo – premiato alla fine come miglior portiere del torneo – ci mette i riflessi e dice di no al Kun.

La svolta arriva dopo mezz’ora, quando Di Maria è costretto a chiedere il cambio per un infortunio muscolare, al suo posto entra Lavezzi ma non è la stessa cosa. L’Argentina riesce comunque a guadagnare metri e mettere pressione alla difesa cilena, che però resiste anche a costo di far ammonire tutti i centrali. Prima dell’intervallo, Pastore va a inventarsi un gran servizio per Lavezzi, destro a giro che Bravo respinge con i pugni.
Ripresa su ritmi meno serrati, Vidal ci prova da tutte le posizioni, ma l’occasione migliore ce l’ha Sanchez, che calcia benissimo al volo da posizione defilata, senza riuscire a trovare la porta. Nel finale Martino si gioca la carta Higuain e sembrerebbe aver pescato il jolly, quando il centravanti del Napoli si trova con un buon angolo di tiro in area piccola, ma calcia malamente e manda la partita ai supplementari. Qui è il Cile ad avere rimpianti per un clamoroso contropiede in solitaria di Sanchez, che approfitta dell’unico errore della partita di Mascherano, per involarsi verso Romero, salvo poi calciare addosso al portiere.

Servono i rigori per assegnare la coppa: segnano subito Mati Fernandez, Messi e Vidal, poi Higuain manda altissimo – come un mese contro la Lazio, quando il suo errore costò la Champions al Napoli -, Aranguiz segna ancora, Bravo para la debole conclusione di Banega e tutto sta nei piedi di Alexis Sanchez. Pallonetto basso a portiere spiazzato e che la festa cominci.