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Xavi, lettera aperta per Casillas: “Merita rispetto”

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Copyright (c) 2023 rarrarorro/Shutterstock

Lungo messaggio dell’ex Barcellona su “La Vanguardia”, in difesa dell’amico: “Qui in Spagna ci si ricorda solo degli errori, lo stanno facendo anche con Nadal. A Oporto lo stimeranno più che a Madrid”

Un Mondiale e un Europeo da compagni di squadra e poi tanti clasicos come battaglie. Si conoscono bene, Xavi e Iker Casillas, per anni bandiere di Barcellona e Real negli anni d’oro della Spagna. Per entrambi quella scorsa è stata l’ultima stagione in Liga, ma se il centrocampista se n’è andato da eroe vincendo un’ultima Champions e osannato dai suoi tifosi, il portiere è stato lasciato a piangere da solo davanti ai giornalisti, mentre cercava di spiegare come nonostante tutto non ce l’avesse con il Real. Una scena che oltre alla stampa di tutto il mondo deve aver toccato anche Xavi, che dalle pagine de La Vanguardia ha scritto una lunga lettera aperta per l’amico.

“Ci siamo conosciuti al Mondiale Under 17 in Egitto e siamo subito andati d’accordo. Gli anni non lo hanno cambiato, ho sempre continuato a pensare che sia una brava persona. Per questo mi fa male quello che gli sta capitando. Negli ultimi anni ho visto che non si divertiva come prima, lo vedevo amareggiato e credo che tutti quanti in questo paese dovremmo fare una riflessione sul rispetto. Non può essere che gli sportivi in Spagna non possano diventare grandi senza che si manchi loro di rispetto, senza che ci si dimentichi di apprezzare tutto quello che hanno fatto per il soro sport, ma al contrario si cerchino soltanto i loro errori, a volte con cattiveria. Sta succedendo anche con Rafa Nadal, il miglior sportivo spagnolo di tutti i tempi. Guardo Buffon, che ha 37 anni, e lo vedo divertirsi in porta. Guardo Iker e ho la sensazione che ultimamente giocasse sotto pressione, come se dovesse dimostrare il grande portiere che è in ogni partita, senza la felicità con la quale ha sempre giocato. Ora va al Porto e sono certo che sarà ricevuto come un eroe. Fuori da qui lo stimeranno di più. Io, per tutto quello che ho passato nel Barcellona quest’anno, mi considero l’eccezione, però Iker meritava il trattamento che lui ha sempre riservato agli altri”

“Come si può non stimarlo? Per me è il portiere più decisivo della storia. Forse non aveva un grande gioco con i piedi come va di moda adesso, ma non ho mai visto nessuno altrettanto intuitivo fra i pali. Ha cambiato la storia della nazionale con la serie dei rigori contro l’Italia. “Tranquillo Luis, c’è Iker”, dissi ad Aragones”.

“Quello che mi rallegra è che abbiamo tenuto la nostra amicizia al di sopra dei colori. Mi ricordo quella stagione in cui ogni clasico era come una battaglia. Mi chiamò e ci dicemmo di tutto. Iniziammo la conversazione come due ultà, ma quando ci salutammo eravamo di nuovo noi. Nessuno capisce che con quel gesto Iker ha salvato la nazionale”.

“Ti auguro molta fortuna nella tua nuova tappa a Oporto, amico”.