Niente da fare per il presidente e il vice presidente della Fifa: il loro ricorso contro i 90 giorni di squalifica non è stato accolto dal comitato d’appello. L’inchiesta sulla corruzione nel calcio va avanti
Il comitato d’appello della Fifa ha respinto il ricorso presentato da Sepp Blatter e Michel Plaitini contro la sospensione di 90 giorni inflitta ai 2 dirigenti nell’ambito delle indagini che stanno facendo luce sugli episodi di corruzione nel massimo organo di governo del calcio mondiale. Il presidente e il vice presidente della Fifa erano stati sospesi in ottobre, mentre i Comitato Etico stava indagando su presunti episodi di corruzione che li vedrebbero coinvolti.
Blatter, 79 anni, è accusato di aver sottoscritto un contratto “sfavorevole” alla Fifa e di aver fatto un “pagamento illegale ” allo stesso Platini. Entrambi hanno negato le accuse e hanno annunciato che faranno un ulteriore ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport, il Tas di Losanna. L’avvocato americano di Blatter, Richard Cullen, ha fatto sapere in una nota che “il presidente Blatter è intenzionato a fare pulizia sul suo nome e spera che questo inspiegabile ritardo non sia un tentativo di negargli, durante il suo mandato, una regolare udienza di fronte a un organo neutrale”. Platini si rivolgerà domani al Tas e ha fatto di sapere di avere “assoluta fiducia” nella corte svizzera, come ha detto il suo avvocato Thibaud d’Ales: “Per la prima volta da quando è stato sospeso, sa che verrà trattato in modo assolutamente imparziale”.
A ottobre è stato sospeso anche il segretario generale Jerome Valcke, ma di lui non si fa cenno nel comunicato Fifa apparso ieri.
