La competizione nazionale ellenica si ferma nuovamente, dopo lo stop di quasi due mesi dovuto agli scontri avvenuti nella semifinale tra Paok e Olympiakos. Il governo ha deciso di rinviare a data da destinarsi la finale che si sarebbe dovuta tenere domani

Domani ci si attendeva uno Stadio Olimpico deserto per la finale della Coppa di Grecia, ma la sfida tra Olympiakos e AEK non avrà luogo. La decisione del Governo greco, nella figura del ministro dello sport Stavros Kontonis, è stata comunicata da un paio di ore. Il rinvio della gara – almeno di una decina di giorni secondo quanto comunicato nella nota ufficiale – è dovuto alla richiesta della polizia: uno sciopero di 48 ore che sta investendo il Paese non avrebbe permesso di schierare uomini sufficienti a monitorare l’area esterna allo stadio. La competizione si era già macchiata di episodi di violenza durante la semifinale di andata tra Paok e Olympiakos, quando montò la rabbia dei tifosi di casa per un rigore non concesso. Alcune frange dagli spalti diedero vita a vere scene di guerriglia con la tentata invasione del campo e il lancio di oggetti contro arbitro ed avversari.

Per questo, dopo l’iniziale sospensione dell’intero torneo, si era deciso di giocare le due restanti partite a porte chiuse. La decisione del governo ellenico era stata influenzata dalla forte pressione di UEFA e FIFA che minacciavano di estromettere il Paese dall’organizzazione internazionale. Per i gravi disordini il Paok aveva subito la sanzione della sconfitta a tavolino per 0-3 e nella gara di ritorno aveva deciso di non presentarsi per mostrare il forte dissenso contro la situazione che si era venuta a creare. Purtroppo la Grecia non è nuova a scene di questo tipo: anche in occasione della finale della stessa competizione nel 2011 avvennero scontri tra tifosi e forze dell’ordine.